Camillo Maffia: Pagine del CESNUR bloccate dalla Aeroflot, la principale compagnia russa, ma anche nel resto della nazione secondo quanto da lei recentemente rappresentato in seguito alle critiche espresse dal Centro Studi sulle Nuove Religioni in merito alla legge che bandisce i Testimoni di Geova. Come interpreta questa reazione da parte della Russia?

Massimo Introvigne: Era già successo in passato. La Russia, come fanno altri Paesi che possiamo chiamare gentilmente «diversamente democratici», usa dei robot che bloccano l’accesso a certe pagine. Questi robot sono usati anche da altri Paesi per bloccare l’accesso a certe forme di pornografia (mentre in Italia sono bloccati solo specifici siti dalla Polizia Postale). I robot non sono intelligenti: per esempio bloccano certe pagine del Cesnur ma non altre, non meno critiche delle violazioni della libertà religiosa in Russia. Tutto questo sarebbe solo aneddotico – gli studiosi e le persone veramente interessate possono sempre aggirare questi blocchi usando un Vpn, cioè un programma che fa credere alla rete che si colleghino da un Paese diverso dalla Russia – se non fosse che ne emerge un dato interessante: i blocchi automatici in uso per la pornografia minorile o il terrorismo ora esistono in Russia anche per quello che è percepito come «difesa dalle sette».

C.M.: Può riassumere la posizione assunta dal Cesnur sulla normativa voluta dal governo Putin?

M.I.: In realtà siamo di fronte – non tutti lo sanno – a due diverse normative. Una è recente, fa parte del pacchetto di leggi Yarovaya del 2016, e vieta il proselitismo, cioè nella sostanza vieta di tentare di convertire russi di religione ortodossa a un’altra religione attraverso attività missionarie svolte fuori dei luoghi di culto. Ovviamente, questa legge è incompatibile con la libertà religiosa e con le convenzioni internazionali in materia di diritti umani che la Russia ha sottoscritto. La seconda, più antica, riguarda l’estremismo religioso ed è stata parte della risposta russa al terrorismo ultra-fondamentalista islamico. Questa risposta è ovviamente comprensibile, ma il problema è come si definisce l’estremismo. Nella sentenza contro i Testimoni di Geova – che applica la legge sull’estremismo, non quella sul proselitismo, che è stata approvata quando la procedura contro i Testimoni di Geova era già stata avviata – sono introdotti due criteri inaccettabili per definire l’estremismo. Il primo è che sarebbe estremista qualunque religione che si presenta come l’unica via alla salvezza e definisce le altre religioni come false. Ovviamente questo è il caso dell’Islam, della Chiesa ortodossa, e della Chiesa cattolica in molti suoi testi, anche se oggi la Chiesa di Papa Francesco si esprime in modo diverso. In genere tutte le religioni pensano di essere vie di salvezza uniche: non è nel mondo delle religioni che troveremo l’esaltazione del dubbio e del relativismo. Il secondo criterio è che è estremista una religione che divide le famiglie, nel senso che se un coniuge aderisce alla religione e l’altro no, oppure se un coniuge lascia la religione e l’alto ci rimane, il divorzio è molto frequente. Questa è un’osservazione giusta sui Testimoni di Geova, ma il problema è che le indagini so- ciologiche dimostrano che il divorzio, quando uno dei due coniugi cambia religione, è frequente qualunque siano le religioni di partenza o di arrivo. In sostanza, dal punto di vista del fatto, le osservazioni russe sui Testimoni di Geova non sono false. Però si applicano a tutte le religioni, per cui con queste definizioni di estremismo nessuno è al sicuro.

C.M.: C’è stata un’incursione anche sulla sua pagina Wikipedia, che poi fortunatamente è stata corretta: secondo lei perché questo accanimento nei suoi riguardi e del Centro Studi, laddove le critiche alla legge russa sono state trasversali e internazionali?

M.I.: Le pagine Wikipedia in inglese «Massimo Introvigne» e «Cesnur» sono state attaccate da utenti autonomi e pseudonimi che gli amministratori di Wikipedia hanno prontamente identificato e bannato. Sfortunatamente hanno fatto lo stesso con la pagina «Massimo Introvigne» in russo e lì sembra che gli amministratori siano meno pronti a reagire. Gli interventi   su Wikipedia lasciano tracce ed è dunque possibile sapere che almeno alcuni di questi che in gergo wikipediano si chiamano atti di vandalismo, sono partiti dai pc di persone e sedi legate al movimento anti-sette russo e in particolare ad Alexander Dvorkin, vice-presidente del coordinamento anti-sette europeo fecris e che da circa vent’anni conduce una campagna   di insulti contro il cesnur e il sottoscritto… non molto efficace, visto che siamo ancora qui e anzi siamo certamente più attivi di vent’anni fa. Sarei molto cauto a identificare Dvorkin, considerato un estremista che si esprime attraverso esagerazioni grottesche anche all’interno dello stesso campo anti-sette, con la Chiesa ortodossa russa nel suo insieme o con il governo russo, anche se ha certamente sostenitori e protezioni – ma anche persone che non condividono le sue idee e soprattutto i suoi metodi – in ambienti sia ecclesiastici sia governativi.

C.M.: Come descriverebbe la situazione delle minoranze religiose in Russia?

M.I.: Le due leggi sull’estremismo e sul proselitismo permettono di vietare le attività di qualunque minoranza religiosa. Sono tutte ostaggio della semplice tolleranza delle autorità. Ed è uno scandalo che per ostilità alle «sette» in genere e ai Testimoni di Geova in particolare, ci siano ambienti occidentali che difendono queste leggi liberticide.

C.M.: E’ stato sottolineato da più parti, recentemente anche dalla prof. Raffaella Di Marzio in un convegno sul tema alla Camera dei deputati, il silenzio della Chiesa ortodossa. Qual è il suo parere in merito?

M.I.: Il silenzio non c’è più. Purtroppo la Chiesa ortodossa ha esplicitamente appoggiato la «liquidazione» (l’espressione, dal sapore stalinista, è proprio quella utilizzata) dei Testimoni di  Geova.

C.M.: Secondo lei, da che cosa deriva l’improvvisa stretta sulla libertà religiosa voluta dal governo russo?

M.I.: Da questioni di politica internazionale e interna. Nella misura in cui è sempre più criticato per la sua politica estera espansionistica e il malcontento cresce all’interno per ragioni sia economiche sia politiche, il regime ha bisogno del sostegno della Chiesa ortodossa che, a differenza di quella cattolica, non ha avuto un Concilio Vaticano II, non ha mai veramente accettato la nozione di libertà religiosa, e considera la Russia «territorio canonico» della Chiesa ortodossa dove le altre religioni hanno diritto alla libertà di culto – e anche questa è spesso vista come una concessione più che un diritto – ma non alla libertà religiosa, secondo la definizione delle convenzioni internazionali, comprende il diritto a cercare di convertire fedeli di altre religioni alla propria. Non «tutti» ma «molti» ortodossi, compresi alti esponenti delle gerarchie, pensano che cercare di convertire in Russia un ortodosso a un’altra religione debba essere considerato un crimine e vietato dalla legge.

 

MASSIMO INTROVIGNE – Fondatore del Cesnur, esperto di Sociologia e Nuovi movimenti religiosi.

*Intervista realizzata da Camillo Maffia e pubblicata da Coscienza e Libertà su gentile concessione del sito «Voci su libertà di religione e credo» http://cs.dimarzio.it/index.php/it/

 

 

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