Viviamo in un tempo segnato da contrapposizioni e accelerazioni. Alcuni fenomeni gravi attraversano il vecchio continente, come la crisi economica e la gestione dei migranti e dei rifugiati, che rinfocolano guerre tra poveri, egoismi, intolleranze e indifferenze. Diversi sociologi affermano che oggi viviamo in una fase di interregno e nessuno sa dove questo possa portarci. È proprio l’incertezza ad alimentare instabilità e sgomento. Il sospetto e la paura dell’altro, degli altri, ci fa sentire in pericolo e, per raggiungere un maggior grado di sicurezza, siamo sempre più disposti a cedere qualcosa sul terreno dei diritti. Ma, se volgiamo lo sguardo verso il futuro, non possiamo non contrastare le regressioni in atto in molte sfere della società: solidarietà, giustizia sociale, diritti, cultura, ecc.

La questione degli immigrati acquisisce sempre di più una rilevanza planetaria e si intreccia con quella della loro religione. In tali tematiche, anche nel nostro paese, un grande ruolo lo gioca la percezione delle cose piuttosto che la realtà. Nell’immaginario comune, gli stranieri ci stanno invadendo, invece sono circa il 9 per cento della popolazione; i musulmani stanno crescendo a un ritmo forsennato, invece sono circa il 2 per cento.

La percezione di un fenomeno ha molto a che fare con le informazioni, oggi sempre più veloci e superficiali, che talvolta si contraggono al punto da ridursi a slogan semplici ma forti e penetranti. Le immagini fanno il resto. Una regia, capace e determinata sull’obiettivo da raggiungere, ha molte chance di far passare idee imposte da politica e finanza. Gli eventi di cronaca talvolta offrono conferme a certe tesi, altre volte servono da occasioni per spingere nella direzione voluta, come è successo con i fatti di Parigi prima, rinforzando l’idea che tutti i musulmani sono terroristi, e di Colonia poi, come se a molestare le donne fossero solo gli stranieri, mentre i maschi nostrani le difendono a oltranza… I media sanno bene come strumentalizzare una notizia, un personaggio, un   evento.

Per questi motivi, la sezione italiana dell’Associazione internazionale per la difesa della libertà religiosa (AidlR) nel 2015 si è impegnata in un convegno, svoltosi a Firenze nel mese di ottobre, per affrontare il tema dell’islamofobia e in questo numero ne pubblichiamo gli atti. Il convegno è stato organizzato nell’ambito di un progetto denominato «Disabilita il pregiudizio», che ogni anno programma incontri tematici per aiutare l’opinione pubblica a identificare e a combattere alcuni stereotipi. Durante l’incontro, i presenti hanno avuto una prospettiva europea dell’islamofobia, hanno riflettuto sul confronto tra islam e modernità, la situazione italiana, la prospettiva ebraica sull’islamofobia. Largo spazio è stato dato a imam e fedeli di religione musulmana perché presentassero le difficoltà quotidiane vissute per il fatto stesso di essere islamici. Si è parlato di luoghi di culto, nella fattispecie di moschee, tema che amministratori e politici affrontano sempre con molta cautela e, se possono, rimandano. Gli organizzatori – la radio Rvs di Firenze, l’AIDLR, la chiesa cristiana avventista della città e il Centro Culturale di Scienze Umane e Religiose – hanno formulato un appello da rivolgere alle autorità fiorentine affinché si conceda un luogo dove i musulmani possano avere la loro moschea. La radio Rvs ha anche offerto uno spazio settimanale affinché i musulmani possano parlare ai cittadini delle loro difficoltà e presentare il loro pensiero. Un altro appello è partito in direzione della Vigilanza Rai, per invitarla a vegliare affinché le informazioni religiose non siano monopolizzate totalmente dalla chiesa di maggioranza, ma che le politiche dell’emittente pubblica restituiscano dignità alle altre espressioni religiose presenti nel paese.

L’islamofobia, come anche le altre forme di discriminazione nei confronti delle minoranze, è strettamente correlata con un certo tipo di informazioni che si forniscono alla popolazione. Per questo motivo, le due giornate internazionali di Coscienza e Libertà, svoltesi nel mese di novembre, si sono concentrate sul ruolo giocato dai mass media sulle minoranze, soprattutto religiose. Anche di queste giornate il nostro volume contiene relazioni o interviste. Giornalisti, intellettuali, politici si sono alternati per fornire a studenti o al pubblico presente riflessioni, critiche, suggestioni che aiutano a comprendere e a valutare meglio il mondo mediatico e la formazione delle idee.

La natura internazionale della nostra rivista ci ha indotti anche a presentare ai nostri lettori alcuni relatori stranieri che si sono espressi sul tema della libertà religiosa in convegni internazionali, tra questi il segretario generale dell’AidlR, dott. Liviu Olteanu. Di lui presentiamo anche, nella sezione Documenti, la Dichiarazione scritta sottoposta al Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite.

La libertà religiosa, essendo un diritto inalienabile, non è un concetto astratto, ma permea ogni aspetto della vita individuale e collettiva, e richiede ogni intelligenza, saggezza e determinazione per essere tutelata.

 

DORA BOGNANDI – Segretario nazionale dell’Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà Religiosa.

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